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QUELLE MAGICHE ARMONIE DI RICHARD WRIGHT
2 ottobre 2008 - Stefano Saletti
Rick Wright nei Pink Floyd ha avuto un ruolo fondamentale. Quando erano ancora un gruppo, diciamo fino al '75 con Wish you were here e non una monarchia watersiana prima e gilmouriana dopo, le sue tastiere erano parte integrante del suono, ma soprattutto della composizione.
Remember a day, A sacerful of secret, Sysyphus nello sperimentale Ummagumma, la lunga Atom heart mother, la dolce Summer '68, la sempre splendida (e troppo spesso sottovalutata) Echoes, eppoi Breathe, Time, Shine on you crazy diamond vivono delle intuizioni armoniche del buon Rick.
C'è un video che racconta la nascita di Dark side of the moon, il loro album più celebrato. In un'intervista Wright spiega come sono nati gli accordi della parte B di Breathe e ne fa sentire uno molto bello che, racconta, gli è stato ispirato ascoltando un brano di Miles Davis. Senza quell'accordo, la parte finale del brano non sarebbe la stessa. Ha colori e intensità meravigliosi.
Suoi in pieno erano The great gig in the sky e Us and Them, due gemme assolute.
Poi, da Animals in poi ha scritto poco. Emarginato dalle personalità prepotenti di Waters e di Gilmour s'è ritagliato un ruolo di comparsa. Dopo The wall venne anche mandato via.
Anche la reunion del 2005 l'ha visto quasi nascosto: i Pink Floyd suonano quattro pezzi e le telecamere sono riuscite a ignorarlo per venti minuti! Misteri del video.
Con Gilmour ha scritto alcuni brani del debole The division bell, ma il suo suono era sempre fantastico. Ho avuto la fortuna di vederlo a Roma e Venezia nel tour dello zio Dave due anni fa. Hanno suonato una versione di Echoes memorabile, dove voci, chitarra e hammond si rincorrevano celebrando il mito.
Con la sua morte i Pink Floyd non ci saranno più. Ma, forse, non c'erano più già da trent'anni.

CIAO ZAZOU
9 settembre 2008 - Stefano Saletti
Adieu mon ami. E' stato meraviglioso conoscerti, parlare, suonare. Fare progetti, cominciare a realizzarli, divertirsi. "I wish your oud to cradle my chemical dreams", mi hai scritto dal tuo letto d'ospedale quando già combattevi la tua battaglia impossibile. Siamo venuti a cullarti a Parigi con Barbara e Fabiana. Non abbiamo portato l'oud, ma tanta speranza. Poi si è infranta anche quella. Volevi venire a vivere in Italia gli ultimi tuoi anni. Sarebbe stato bellissimo. Oggi mi ha chiamato Michel, lo splendido Michel, in lacrime. Stava chiamando tutti gli amici italiani. Abbiamo passato delle serate stupende. "Sembra un film francese" ci dicevamo mentre parlavamo di musica, di politica, di speranze, di futuro, di idee e cose da fare, mischiando inglese francese italiano con un rosso e un piatto rigorosamente senza farina. Chissà com'è blu il Sahara visto da lassù. Un bacio, Hector. Mi manchi. Ci manchi. Infinita tristezza.

INFORMAZIONE ED ELEZIONI
24 aprile 2008 - Stefano Saletti
Stuprano una ragazza a Milano ed è colpa del governo nazionale. Stuprano una ragazza a Roma e la colpa è del sindaco Veltroni e di Rutelli. Sui media (eppoi dicono che non esiste il conflitto d'interessi) è stata montata un'allucinante campagna stampa sulla sicurezza. A vedere i tg e a leggere i giornali Roma sembrava il Bronx.
Roma città aperta, al dialogo, alla conoscenza, allo scambio, alla vita sociale, alla cultura è stata dipinta come una casbah in mano a orde di zingari, rumeni e sporchi negri. Ma i romani ci cascheranno?

BIUTIFUL CAUNTRI
18 gennaio 2008 - Stefano Saletti
Se volete capire cosa succede intorno ai rifiuti della Campania, di chi sono le responsabilità, quali interessi girano intorno alla munnezza, cos'è l'ecomafia e quali terribili danni si sono creati all'ambiente e alle persone andate a vedere questo film-documentario. Si chiama Biutiful cauntri ed è stato realizzato da Esmeralda Calabria (bravissima montatrice vincitrice di numerosi premi), Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero.

DOVE ERAVAMO RIMASTI...
21 novembre 2007 - Stefano Saletti
Innanzitutto tanti auguri a Ettore, il mio splendido papà che oggi compie 69 anni. Torno finalmente a scrivere sul blog. L'ho trascurato. Lo so, e mi sento un po' in colpa. ma sono stati mesi molto intensi. L'Iliade fatta dal vivo al Foro di Traiano a Roma e a Segesta, i tanti concerti con la Piccola Banda Ikona in Italia. Quindi Sarajevo, l'Euromed fest a Budapest, la colonna sonora di "Sinfonia d'autunno" eppoi la lavorazione di "Marea cu sarea" il nostro nuovo Cd. Finalmente è finito. Fra un mese uscirà per Finisterre, la bella etichetta che in questi anni è diventata un punto di riferimento per la musica popolare, folk, world non solo italiana. Si apre un nuovo capitolo, con la gioia di avere accanto dei gran bei musicisti e amici. Che volere di più? Buon ascolto.

PREMESSO CHE NON SONO RAZZISTA
5 maggio 2007 - Stefano Saletti
Ma se a uccidere in quel modo assurdo Vanessa fosse stata una prostituta romana e non romena, avremmo assistito alle stesse scene di razzismo - alimentate dai penosi giornalisti dei tg - che si sono viste a borgata Fidene? Con intervistati che immancabilmente cominciavano dicendo "premesso che non sono razzista" e poi giù su rom, romeni (avanti con la confusione), cinesi, puzze, malattie, delinquenza extracomunitaria.
Ieri, in Campania, un italiano dopo una lite con un polacco ha sparato e ha ucciso una bambina polacca di 5 anni. Ci saranno le telecamere al suo funerale? E interviste alla comunità polacca che si sente così poco sicura in mezzo a tanti italiani armati? Aspettiamo fiduciosi.

RIVERA IL TERRORISTA
2 maggio 2007 - Stefano Saletti
Andrea Rivera gira da anni con una chitarra per le vie di Trastevere e ripete le sue battute dissacratorie. Poi è passato dalla Dandini a parlare con i citofoni. A me piace molto il suo stile caustico e tagliente. Dal palco del 1° maggio (edizione musicalmente davvero sottotono, ma questo è un altro discorso), ha detto un bel po' di cose interessanti. Ma quello che ha eccitato gli animi suscettibili della Chiesa sono stati due passaggi: il primo, una battuta: "La Chiesa è contro l'evoluzionismo e infatti da duemila anni non si è mai evoluta"; il secondo è un fatto. Ha detto Rivera: "La Chiesa ha rifiutato i funerali religiosi a Welby e li ha concessi a Pinochet, a Franco e a uno della Banda della Magliana". Appunto un fatto, non un'opinione. Ricordarlo non è terrorismo, come ha scritto l'Osservatore romano, ma cronaca. Non è colpa di Rivera se si preferisce De Pedis a Welby. Almeno fino al prossimo pentimento...

L'AUDITORIUM CHE FUNZIONA
11 marzo 2007 - Stefano Saletti
A chi critica - soprattutto a destra - le scelte del Comune, parla di veltronismo con una punta di snobismo, di panem et circenses, invito a fare un giro la domenica mattina all'Auditorium Parco della musica di Roma. Ci sono andato oggi, con Eugenio e Fab, a sentire la lezione di rock (inutile dire che era sui Pink Floyd), tenuta da Gino Castaldo ed Ernesto Assante.
Tutte le sale erano piene di pubblico, fuori la gente si godeva il sole nella cavea, altri affollavano la libreria e i giardini di fronte. In quello che era un parcheggio periferico, è nata una delle strutture più belle che esistano in Europa, capace di richiamare pubblico non solo per i (tanti) concerti, ma anche per la storia, la matematica, le scienze. Un posto dove ti senti finalmente a casa.
E quanto alla lezione su Dark side di Assante e Castaldo, piena di filmati inediti e aneddoti raccontati con grande competenza, è stato un bel tuffo nel passato, apprezzato dai tanti che hanno esaurito i posti della Sala Petrassi. Non mancate i prossimi appuntamenti con le lezioni di rock all'Auditorium e con tutta la programmazione. Martedì mi vado ad ascoltare Yann Tiersen e la sua bella musica da film.
E, per tornare ai critici, ricordategli cos'era Roma negli anni dei Giubilo e dei Carraro...

TUTTI A CASA
21 febbraio 2007 - Stefano Saletti
Nel '98 cadde per due voti, dopo due anni e mezzo di governo. Nel 2007 è caduto per due voti, dopo dieci mesi. Era nato gracilino il Prodi bis, e si è dimostrato troppo fragile, troppo esposto al richiamo della foresta del coglione di turno (non manca mai, l'altra volta fu la Pivetti, stavolta un tale Turigliatto). Certo che il destino del governo sia appeso a un Turigliatto, a uno con un nome così, fa un po' ridere. Sembra di stare in quelle commedie di Totò dove nello scompartimento del treno il nome dell'onorevole viene storpiato in tutte le maniere. Ve lo immaginate: Turigatto, Turimatto, Pigliatutto, Tuvigliacco, quanto si sarebbe sbizzarito De Curtis. Noi, a pensarci bene, ridiamo un po' di meno. Alla migliore si va a un Prodi Ter ancora più sotto schiaffo, che prepara un bel governone di larghe intese (Marini? Monti?) per la felicità di Confindustria e Corrierone e la prospettiva del voto il prossimo anno. E con questi chiari di luna, con il Partito Democratico a fusione fredda che Fassino e co. stanno tentando (invano) di fare, mi sa che ci ritoccherà sorbire altri cinque anni del Cav. Per favore BASTA. Abbiate pietà, abbiamo già dato.

IL GRANDE CAPO
12 gennaio 2007 - Stefano Saletti
Andate a vedere Il grande capo, l'ultimo film di Lars von Trier. Io l'ho trovato strepitoso.

AUGURI DALLA PICCOLA BANDA IKONA
23 dicembre 2006 - Stefano Saletti
Tanti auguri a tutti di buone feste e di un grande 2007.

FOTO BANDA IKONA A VIETRI
22 dicembre 2006 - Stefano Saletti
Michele Mari, grande fotografo, ci ha omaggiato dei suoi scatti durante il concerto che abbiamo fatto questa estate a Vietri. Per vedere le immagini clicca qui.

LA PICCOLA BANDA SU MY SPACE
22 novembre 2006 - Stefano Saletti
Anche la Piccola Banda Ikona è su My space, la community virtuale dove si può ascoltare e vedere un bel po' di cose interessanti. Fateci un giro, questo è l'indirizzo: http://www.myspace.com/piccolabandaikona.

ANCH'IO SONO SU MY SPACE
15 ottobre 2006 - Stefano Saletti
Anch'io mi sono creato uno spazio su My space, la community virtuale dove si incontrano musicisti e si scambiano idee. Fatevi un giro, si possono ascoltare anche alcuni brani inediti della colonna sonora di Qoelet, lo spettacolo in scena questi giorni all'Argot. Questo è il mio indirizzo: http://www.myspace.com/stefanosaletti.

UNA SERA A TEATRO
1 ottobre 2006 - Stefano Saletti
Cari amici del blog va in scena al Teatro Argot di Roma (in via Natale del Grande, 27) “Secondo Qoèlet – Dialogo fra gli uomini e Dio”, uno spettacolo basato sul testo scritto da Luciano Violante per la regia di Maurizio Panici, con le musiche originali scritte da me e cantate da Ramya. E' uno spettacolo molto bello e intenso. Merita. Tratto dall'Ecclesiaste della Bibbia, è riletto in chiave moderna da Violante e diventa un confronto tra bene e male, tra le tragedie di ieri e di oggi (non mancano, ahinoi).
Il 4, 5 e 6 ottobre ci sono delle "prime" a inviti. Se pensate di venire, scrivetemi cliccando qui e fatemi sapere il giorno. Lo spettacolo comincia alle 21 (sono molto precisi). L'Argot è a Trastevere, in via Natale del Grande 27 (accanto a piazza San Cosimato).


MOGWAY CHE SUONO
8 settembre 2006 - Stefano Saletti
Ieri sera ho visto dal vivo a Ostia Antica i Mogway, una delle band più interessanti in circolazione. Chitarre dilatate, echi, ritmiche ipnotiche, psichedelia pura. Esecuzioni perfette, una band affiatatissima, capace di passare da momenti di pieno assoluto a vuoti improvvisi con una precisione impressionante. Grandi luci, con un effetto reso meraviglioso dallo scenario di Ostia antica e da una nebbia che magicamente ha invaso l'anfiteatro rendendo ancora più onirico il concerto. Se avete amato Barrett, Gilmour e il suono dei Pink Floyd, i Cocteau Twins, i Cure e i Joy Division, se amate Sigur Ros e Radiohead, è il gruppo per voi. Scozzesi, sulla scena dal 1995 hanno da qualche mese pubblicato il cd "Mr Beast" che contiene alcuni brani davvero notevoli. Cercate anche i loro vecchi cd in giro, non vi deluderanno.

UN'ESTATE DI CONCERTI
1 settembre 2006 - Stefano Saletti
Tra un concerto e l'altro della Piccola Banda Ikona, ne ho approfittato per scrivere la colonna sonora di Qoelet, il prossimo spettacolo teatrale di Maurizio Panici con lettura di Omero Antonutti che andrà in scena ad ottobre (vi terrò informati sull'evoluzione della cosa che si preannuncia molto interessante), e per vedermi un bel po' di concerti in giro. Tra le cose più belle, il concerto di Stefano Bollani a Villa Celimontana a Roma: ha fatto una versione per solo piano di Frame by Frame dei King Crimson da brividi. Molto belle le Varttina gruppo finlandese che fa una ricerca vocale molto interessante. Non ho mancato l'appuntamento con David Gilmour a Venezia - ha fatto una versione di Echoes fantastica, con accanto Rick Wright sembrava di stare a Pompei - anche se vederlo è stata un'odissea e solo la passione di Eugenio ci ha fatto tornare due volte a distanza di una settimana in Piazza San Marco - la prima volta il concerto era stato annullato per il cedimento del palco. Ma ne valeva la pena. Sempre interessanti due altri "vecchietti" della scena musicale: Enrico Rava con la sua tromba lirica, così come Steward Copeland che salta e picchia come un ragazzino. I suoi brani con i Police - che di solito finivano in fondo ai dischi del gruppo - restano bellissimi anche a distanza di anni. E sentiti dal vivo acquistano nuova forza.

ETNOROCK AD ATRI
31 agosto 2006 - Stefano Saletti
Ad Atri, in Abruzzo, da sei anni organizzano una bella rassegna di musica popolare che si chiama Etnorock. La cura un gruppo di appassionati guidati da Emidio Balducci, pieni di entusiasmo e passione. Il loro sito è www.etnorock.com. Con la Piccola Banda Ikona ci abbiamo suonato l'anno scorso ed è stato un concerto molto bello, difficile da dimenticare. Quest'anno - come spesso mi succede - ci sono tornato da spettatore e ho visto il grande Enzo Avitabile che suonava con i Bottari di Portico: un groove e un impatto davvero notevoli. A mio avviso, attualmente, Enzo e i suoi bottari sono la cosa più interessante che sta girando in Italia. Tra l'altro Avitabile ha appena pubblicato un Cd realizzato con Maurizio Martinotti che si chiama Sacro sud (Folkclub Ethnosuoni) dedicato a preghiere e canti religiosi che è bellissimo e che vi consiglio di comprare.

FORZA ROMANO, NON MOLLARE
4 luglio 2006 - Stefano Saletti
Il decreto Bersani è la testimonianza concreta della differenza tra destra e sinistra. In cinque anni di governo, Berlusconi e i suoi si sono riempiti la bocca di parolone come libertà, mercato, tre I (impresa, inglese, istruzione) e non hanno fatto niente, se non salvare il premier e i suoi accoliti dalle pendenze giudiziarie. In poche settimane, Prodi e Bersani hanno fatto una cosa normale, ma in un paese abituato a decenni di incrostazioni corporative, rivoluzionaria: hanno messo al centro della politica i cittadini, i consumatori. Hanno ridotto privilegi odiosi di farmacisti, notai, avvocati, commercianti, tassisti, banche, assicurazioni. Queste categorie, per anni coccolate da Dc prima e Forza Italia e An dopo, sbraitano e urlano dai loro Suv, dalle loro barchette ormeggiate a Ponza. E non accettano le regole. L'unico rischio è che un po' di tassisti in piazza - a proposito ma quanto sono arroganti, chi non ha avuto un'esperienza pessima con questa categoria? - impongano una marcia indietro. Non mollare Romano, siamo con te.

WATERS FA RIVIVERE IL SUONO PINK FLOYD
17 giugno 2006 - Stefano Saletti
Un Roger Waters in grande forma ha ripercorso ieri all'Olimpico di Roma 40 anni di musica dei Pink Floyd. Una goduria per chi ha amato il gruppo inglese. Da Set the controls for the heart of the sun a Sheep, da Have a cigar a Comfortably Numb, passando per l'intero The dark side of the moon eseguito nella seconda parte del concerto. Eppoi Wish you were here, Shine on you crazy diamond, Mother, Another brick in the wall, The Fletcher memorial home, l'antimilitarista Bring the boys back home (con Waters che alla fine del brano sussurra al pubblico riferendosi all'Iraq, raccogliendo un'ovazione, "bring the boys back home"), fino all'inedita Leaving Beirut, canzone sulla follia della guerra di religione tra mondo occidentale e mondo arabo ("sono le persone più ospitali del pianeta" spiega ricordando un suo viaggio in Libano).
Grande apparato scenico, filmati, fiamme che si alzano in cielo, fuochi d'artificio, suono quadrifonico e una band precisa ed efficace. La mancanza della chitarra di Gilmour si è fatta sentire, così come il drumming semplice di Mason o la classe di Wright. Ma a noi è bastato: con Eugenio ci siamo entusiasmati... come due bambini.

Roger Waters all'Olimpico di Roma

NOVITA' EDITORIALI
14 giugno 2006 - Stefano Saletti
Oggi parliamo di libri. Due saggi e un romanzo scritti da tre interessanti autori: Francesco Bartolini, Antonello Sacchetti, Carlo D'Amicis. Vi invito a leggerli e a farli conoscere: ecco di seguito le schede di presentazione.
Se potete, non mancate questo pomeriggio (14 giugno) alle 18 alla presentazione del libro di Sacchetti da Bibli, in via dei Fienaroli a Roma (Trastevere).

Francesco Bartolini
"Rivali d'Italia. Roma e Milano dal Settecento a oggi"
Editore Laterza - 327 pagine - 18 euro

Oggi siamo di fronte a una svolta nella rivalità storica che da più di due secoli vede le due 'capitali d'Italia' affrontarsi in una dialettica irrisolta: un contrasto fondato sul mito efficientista di Milano baluardo di una diversa italianità, immagine rovesciata di una Roma centro dell'incompetenza amministrativa e regno degli arcani della politica. Lo scandalo di Tangentopoli ha reso inutilizzabile l'idea della 'capitale morale' e Milano fatica a ritrovare un'immagine ben definita di sé. Roma invece, malgrado le insistite polemiche contro la 'capitale ladrona', è riuscita ad accreditarsi davanti all'opinione pubblica nazionale come mai era accaduto dopo il fascismo.

Antonello Sacchetti
I ragazzi di Teheran
Infinito edizioni - 96 pagine - 10 euro

Chador e tagli punk, feste clandestine e preghiere del venerdì, musica rock e misticismo religioso, poesia sufi e blog su Internet, disoccupazione e voglia di fuggire all'estero. Il 70% della popolazione iraniana ha meno di 30 anni e non ha partecipato alla rivoluzione che ha dato origine alla Repubblica islamica. È una generazione nata durante la terribile guerra con l'Iraq e cresciuta in un contesto economico e sociale difficile. Orgogliosi della loro identità culturale e religiosa, ma insofferenti nei confronti di un regime oppressivo, saranno proprio i giovani iraniani a decidere il destino di una nazione, giunta a un punto di non ritorno. Il ritratto di un Paese unico attraverso le voci dei ragazzi di una gioventù bella e vivace.

Carlo D'Amicis
Escluso il cane
Minimum fax - 257 pagine - 11,50 euro

La fede contro il dubbio. Le risposte contro le domande. Il dogma contro il relativismo. Cosa succede quando queste contrapposizioni, tipiche del nostro tempo, diventano romanzo? Succede che abbiamo Escluso il cane, il nuovo, divertente e insieme “serissimo” libro di Carlo D’Amicis. Un giovane avvocato romano, tormentato da un problema di incontinenza psicosomatica, si dibatte tra la sua omosessualità, una madre e un fidanzato tirannici, una condizione economica al limite dell`indigenza. Quando si trova a difendere il proprio medico curante, accusato di duplice omicidio (accusa che ha tutta l’aria di essere fondata), i suoi tormenti si incontrano (o si scontrano?) con l`assolutismo della scienza e soprattutto con quello della fede religiosa. Si`, perche`, sullo sfondo del delitto, aleggia il Vaticano e l`agonia di un papa che non riesce a morire. Una grande prova narrativa in cui una trama avvincente, una lingua potentemente comica, una capacità di evidenziare le mostruosità del nostro tempo (dai nuovi fondamentalismi ai vecchi mali del familismo italiano) si intrecciano tra loro dando al lettore un libro da cui sarà impossibile staccarsi prima della parola “fine”.

VOLVER E UN CODICE DA DIMENTICARE
28 maggio 2006 - Stefano Saletti
Gran film Volver di Pedro Almodovar. Intenso, recitato alla grande, ben scritto, con una Penelope Cruz bravissima che in alcuni momenti riesce a far rivivere il mito di Anna Magnani. E' uno di quei film che ti riconcilia con il cinema. E ti fa dimenticare di aver abboccato al richiamo del Codice da Vinci: un film davvero brutto, calligrafico e banalmente hollywoodiano. Non andate a vederlo, non ne vale la pena. Soprattutto se vi era piaciuto il libro di Dan Brown.

MOGGI E LA VENDETTA DI LAPO
7 maggio 2006 - Stefano Saletti
Oggi parliamo di calcio, fisiognomica e dietrologia. Ma l'avete visto bene in faccia Moggi? Eppoi dicono che Lombroso non aveva ragione. A parte gli scherzi, queste intercettazioni fanno emergere un mondo più squallido di quello che pensavamo. Dove un semianalfabeta tiene in pugno un sistema che smuove decine di miliardi di euro all'anno. Corteggiato, riverito dai soliti lacchè (indimenticabili le performance a Controcampo o alla Domenica sportiva), temuto. Era già successo con il bacio in fronte di Fiorani a Fazio e con l'allegra brigata dei furbetti del quartierino: la realtà supera l'immaginazione. Moggi incarna il dna italico della furbizia mista ad arroganza, del potere spregiudicato unito allo spleen mafiosetto e ricattatorio. La novità è che forse qualcosa sta cambiando: Fazio si è dimesso, Berlusconi ha perso, Previti è in galera, Andreotti non ce l'ha fatta a rifarsi una verginità, Moggi sta cadendo. Sarà un caso?
A proposito, una teoria sul caso Moggi io ce l'ho. Ricordate la vicenda di Lapo? Non mi ha mai convinto la versione ufficiale. Quella roba tagliata male che improvvisamente arriva nella notte-trans a Lapo e lo stende consegnandolo in pasto a un'opinione pubblica moralista (ma ahimé il più delle volte senza morale). E se qualcuno avesse voluto mettere fuori gioco il ragazzo che appena pochi giorni prima aveva dichiarato ai quattro venti che era finita l'era della Triade juventina e si sarebbe cambiata pagina? E se, adesso, la pubblicazione delle squallide conversazioni di Lucianone fosse la vendetta? Fantasie, dietrologie, cazzate? Forse sì, ma se a pensar male si fa peccato, ormai ci si azzecca sempre (o quasi).

GARBAREK: UN SAX BOLLITO
30 aprile 2006 - Stefano Saletti
Ho amato tanto la musica di Jan Garbarek, soprattutto il periodo che va da The Legend of the Seven Dreams a Twelve Moons. Era strepitoso anche quello più sperimentale degli anni Settanta, penso a Afric Pepperbird o allo stupendo Luminessence con Keith Jarrett. L'altra sera l'ho rivisto in concerto all'Auditorium di Roma: che noia. Melodie smelense, arrangiamenti piatti, assoluta incomunicabilità sul palco. Eppure con lui c'erano gli "storici" Eberhard Weber al basso, Rainer Bruninghaus al piano e, soprattutto, il grande Manu Katche alla batteria. Il risultato? Due ore di encefalogramma piatto: gran bollito in salsa norvegese. Che delusione.

IL CAIMANO E L'INCENDIO DEL PALAZZO
14 aprile 2006 - Stefano Saletti
Il Caimano ha tentato l'ultimo colpo di coda e non gli è riuscito. Ancora ieri arrivavano da Forza Italia Sms che invitavano a sottoscrivere appelli a Ciampi per un decreto (sic) che permettesse la riconta dei voti. Sono matti e pericolosi. Vorrei ricordare che in queste elezioni la ormai ex maggioranza aveva il controllo del ministero dell'Interno, quindi delle prefetture, del ministero per gli Italiani nel mondo, del ministero degli Esteri da cui dipende la rete dei Consolati che ha gestito il voto dei connazionali all'estero.
Già dieci giorni prima del voto Silvio B. parlava di brogli. Era una strategia di delegittimazione del risultato a priori, sapendo di aver perso. E' un giocare con il fuoco. E' agitare lo spettro di una guerra civile con due italie in piazza, a quel punto entrambe delegittimate. Il Caimano ha cercato di emulare Moretti-Botero-Berlusconi e il suo incendio finale del Palazzo. Ha perso, passi la mano come avviene in democrazia (e anche nelle aziende sane).
Un'ultima cosa: ieri sera blob ha mandato in onda una dichiarazione di Fini fatta prima del voto. Diceva più o meno: "Si vincerà per pochi voti, il giorno dopo non si cominci a parlare di brogli perché si metterebbero in discussione le istituzioni". Poi, quando il Caimano ha tuonato, è stato zitto. Come sempre.

TUTTI COGLIONI
4 aprile 2006 - Stefano Saletti
"Chi vota a sinistra è un coglione" ha detto Silvio B. Che grazia, che fascino, che gran comunicatore. Lui dice che non insulta mai gli avversari, che il suo è il partito dell'amore (sì per i suoi affari che in cinque anni ha curato alla perfezione). Una cosa è certa: in questi giorni ne incontro tanti, di coglioni. E se fossimo la maggioranza?

BANDA IKONA, GILMOUR, SMITH E... IL CAIMANO
27 marzo 2006 - Stefano Saletti
Ci sono sere in cui succede un po' di tutto. Il 26 marzo è stata una di quelle. Con la Piccola Banda Ikona eravamo in concerto allo Spazio Etoile a Roma per sostenere l'Unione di centrosinistra. Beh, la stessa sera c'era David Gilmour all'Auditorium e vi pare che io ed Eugenio ce lo saremmo lasciati sfuggire? Finito il nostro check, siamo corsi al Parco della musica e ci siamo goduti a due metri dal palco la prima parte del concerto, nella quale Gilmour ha suonato tutto On an Island.

David Gilmour

Un bel disco, ancora più apprezzabile dal vivo, con quel suono liquido di chitarra, una band fantastica (Rick Wright, emozionato dall'ovazione del pubblico alla presentazione del suo nome, Phil Manzanera, Guy Pratt, Joy Carin, Dick Parry).
Siamo andati via di corsa alle 22 - perdendoci ahinoi la parte pinkfloydiana dello show - per arrivare al "nostro" concerto. Ad attenderci una sorpresa incredibile: accanto a Giovanna Melandri c'era, ospite della serata, la mitica Patty Smith. Non voleva suonare, poi si è lasciata andare, ha imbracciato la mia chitarra classica (voleva un'acustica, e ho dovuto penare per convincerla che sarebbe stata fantastica lo stesso) e ha cominciato a cantare. Un solo brano da pelle d'oca. Poi siamo saliti noi. Praticamente ci ha fatto da "gruppo spalla", ma in realtà salire dopo Patti Smith, come ho detto alla Melandri, "è un suicidio artistico". Barbara era emozionata, ma ha cantato alla grande e ce la siamo cavata. La Piccola Banda ha dato il suo piccolo contributo alla causa (sperem sperem...).

Patty Smith

La sera prima avevamo visto a casa il Dvd con il film di Enrico Deaglio "Quando c'era Silvio". Ve lo consiglio, soprattutto perché riporta la versione integrale dello scontro di B. con Schultz, quando gli dà del kapò. E' un documento agghiacciante: pensare di essere rappresentati in Europa da un figuro simile è una cosa da brividi. Ne esiste una versione anche sul web, per guardarla cliccate qui.
Un accorato appello: se vi piace la musica, se pensate che la vita sia bella e meriti di essere vissuta appieno, se amate l'arte, il cinema, i libri, il buon cibo, la politica, le donne o gli uomini (o se li amate entrambi), se ancora avete un barlume di energia e di speranza, il 9 e 10 aprile andate a votare. Mandiamolo a casa, non esportiamo più prodotti simili. Ma soprattutto, fatelo perché, dopo 12 anni e quattro elezioni, ce lo togliamo dalle palle e non lo nomineremo più. Lo giuro.
P.S. Non ho ancora visto Il Caimano (ci andrò domani), ma la performance di Moretti da Fazio l'ho trovata davvero brillante.

DON'T CRY ARGENTINA
24 marzo 2006 - Stefano Saletti
Trent'anni fa, il 24 marzo del 1976, in Argentina tre generali Videla, Massera e Agosti prendevano il potere con un golpe militare. Non scelsero la spettacolarizzazione di Pinochet che tre anni prima bombardò il palazzo presidenziale di Allende e imprigionò migliaia di avversari politici, sindacalisti, intellettuali allo stadio di Santiago. No, loro memori della condanna internazionale, adottarono un basso profilo. Facevano le cose di nascosto: la notte partivano delle squadracce militari che rapivano i militanti, i simpatizzanti di sinistra, i sindacalisti, gli studenti. Li torturavano in alcuni lager sotterranei (uno di questi è stato raccontato da Marco Bechis nel film Garage Olimpo) e, ottenuti altri nomi, li caricavano sugli aerei e li buttavano nell'oceano ancora vivi. Alcune donne incinte venivano fatte partorire, poi venivano uccise e i bambini affidati alle coppie dei militari del regime che non potevano avere figli. Nell'Argentina di quegli anni sono scomparsi 30 mila giovani. Una generazione è stata sterminata.
E' uscito ieri un libro di Italo Moretti, L'Argentina non vuole più piangere (Sperling e Kupfer editori, 132 pp, 15 euro) che ripercorre quegli avvenimenti e sessant'anni di storia argentina. Moretti per anni si è occupato, con coraggio e rigore, di queste vicende. Racconta l'ascesa di Peron, il golpe, i silenzi o le complicità del governo italiano (preoccupato di continuare a fare buoni affari), l'ambiguità della chiesa, degli Usa, fino ad arrivare alla crisi economica degli ultimi anni e alla rinascita con il presidente Kirchner. Da non perdere.

THE CONSTANT GARDNER: L'AFRICA CHIAMA
23 marzo 2006 - Stefano Saletti
Questi giorni mi sono visto un bel po' di film (ne sono usciti tanti e tutti assieme). Mi ha colpito The Constant Gardener di Fernando Meirelles con Ralph Fiennes e Rachel Weisz (ha preso l'oscar per la sua interpretazione), tratto da un romanzo di John Le Carré. A metà tra documentario e finzione, racconta gli esperimenti che fanno le multinazionali dei farmaci sui bambini e sugli adulti che vivono nelle discariche di Nairobi in Kenya.
L'anno scorso, ospite dell'Amref, ero stato per alcuni giorni a Nairobi, nella discarica di Dagoretti, un inferno a cielo aperto dove vivono centinaia di migliaia di persone in mezzo a rifiuti, lamiere, disperazione, Aids. E' un'esperienza choccante. Molti di loro sono bambini: campano sniffando colle e porcherie simili, mangiando scarti tra i rifiuti. Non so se sia vero quello che scrive Le Carré e mette in scena Meirelles, certo anche solo l'indifferenza e l'assoluta mancanza di informazioni sull'Africa sono una colpa mortale dell'Occidente.
Il comboniano padre Alex Zanotelli ha trascorso dieci anni della sua vita assistendo queste persone. Ha raccontato la sua esperienza in un libro intitolato Korogocho (Feltrinelli, 214 pp, 7 euro). Per approfondirla, cliccate qua.
In Africa opera da anni l'Amref, la principale organizzazione sanitaria privata, senza fini di lucro, che gestisce ogni anno centinaia di progetti, promuovendo lo sviluppo di 14 Paesi dell'Africa orientale: dal Kenya all'Uganda, dal Sudan al Sudafrica. In quasi 50 anni di attività, Amref ha soccorso, vaccinato, curato, operato e soprattutto istruito milioni di persone. Il braccio operativo più noto è ancora oggi il servizio dei Flying Doctors, che porta regolare assistenza specialistica e chirurgica agli ospedali delle zone isolate.
Fatevi un giro sul loro sito e scoprite quanto si sta facendo concretamente e quanto si può ancora fare con il sostegno di tutti. Lontano dalla retorica e dai riflettori dei media.

DOVE GERMOGLIA LA POESIA
2 marzo 2006 - Stefano Saletti
Domenico Di Cesare ha una bella libreria nel centro di Rieti, dentro una chiesa sconsacrata. Un'oasi per lo spirito, nelle fredde valli reatine. Ho scoperto per caso che ha scritto un libro di poesie che si intitola Dove germogliano le stelle. Un gran bel libro, pieno di amore e di passione per la vita. Dove la parola non è mai banale e ti apre a nuovi sguardi. Cercatelo e leggetelo, ne vale la pena.
(Domenico Di Cesare, Dove germogliano le stelle - Suraci editore, 10 euro).

SCUSATE IL RITARDO
1 marzo 2006 - Stefano Saletti
I blog si tengono per raccontare storie, sensazioni, esperienze. E vanno aggiornati. Invece mi sono accorto di aver trascurato questo spazio. Un po' perché con la Piccola Banda Ikona è ripresa intensa l'attività di prove, concerti e preparazione di nuovo materiale, un po' perché spesso è bene prendersi una pausa di riflessione. Quella che consiglio a molti dei nostri politici di centrosinistra. Non so voi, ma non se ne può più di vederli ogni sera su Ballarò, Porta a porta, Matrix, Alice, 8 e mezzo... Sempre gli stessi, sempre con le stesse parole. Ha ragione Ilvo Diamanti su Repubblica di domenica 26 febbraio: è un enorme reality (nel quale è antropologicamente più brava la destra) dove la sinistra si snatura e trascura il contatto diretto con gli elettori. Devo dire che l'unico che sembra averlo capito è Prodi che prova a starsene lontano da Vespa e co. Ma dico: i quattro milioni e mezzo di persone che hanno fatto un'ora di fila per votare alle primarie - a dispetto dei sogghigni iniziali nei talk show - non vi hanno insegnato nulla? Inseguire Berlusconi su questo terreno è perdente. Tornate nelle piazze, in provincia, nei paesi, nelle periferie. Questa è la nostra forza. Forza.

EL PUEBLO UNIDO...
16 gennaio 2006 - Stefano Saletti
In Cile vince la sinistra e vince una donna, Michelle Bachelet. Suo padre venne ucciso dal regime di Augusto Pinochet e lei stessa finì in carcere con sua madre. Trent'anni dopo, entra nel palazzo della Moneda da presidente, là dove si consumò il dramma di Salvator Allende e si attuò uno dei golpe più feroci del secondo Novecento.
La vittoria della Bachelet è una bella notizia, di quelle che ti fanno pensare che forse alla fine le cose possono cambiare davvero, come diceva in musica Bob Dylan. Il pensiero va a un grande musicista come Victor Jara, ucciso dai sicari di Pinochet nello stadio di Santiago trasformato in lager. Ascoltatevi le sue canzoni, anche nella bella rilettura che ne ha fatto Daniele Sepe in un disco di qualche anno fa. Per approfondire cos'è avvenuto in il Cile - e poi in Argentina - in quegli anni, andatevi a leggere il libro di Italo Moretti In Sudamerica (Sperling e Kupfer editori) e quello di Joan Jara Victor Jara, una storia infinita (Sperling e Kupfer editori).
Il sito di approfondimento il Cassetto dedica un articolo alle vicende sudamericane. Per leggerlo cliccate qui.
Un'ultima cosa: Michelle Bachelet ha sconfitto un miliardario...

AUGURI
23 dicembre 2005 - Stefano Saletti
Tanti auguri di buone feste e, soprattutto, di un grande 2006 da tutta la Piccola Banda Ikona.

BROKEN FLOWERS, FASSINO E VESPA
7 dicembre 2005 - Stefano Saletti
Ieri sera ho visto Broken Flowers, il nuovo film di Jim Jarmush con uno strepitoso Bill Murray. Ve lo consiglio: ironico, ben girato, pieno di trovate intelligenti e con un finale apparentemente sospeso (devo dire che a me è sembrato chiaro). Tornato a casa, ho acceso la tv e c'era Piero Fassino ospite da Bruno Vespa. Per una volta, invece di formule, alleanze e astrusità simili si parlava di contenuti: aborto, pacs, mercato del lavoro, sanità. Ho pensato: però... qualcosa è cambiato? Poi tre studenti, uno di sinistra, uno di destra e uno indeciso, hanno fatto delle domande, anche intelligenti. Il terzo, l'indeciso, ha chiesto "perché fidarsi dell'Unione?". Fassino non aveva ancora finito di rispondere che è partito il filmato di West side story e Vespa l'ha interrotto: "Lei Fassino ama il ballo e il musical, vero? Eccole una sorpresa". Sono entrate tre coppie e sulle note di Staying Alive dei Bee Gees, vestiti come John Travolta e compagna (di ballo non di politica) si sono messi a volteggiare davanti al povero Piero. Che batteva le mani e rideva a denti stretti. Ma come, stiamo parlando di cose serie e questo la butta in vacca? L'insieme era davvero malinconico. Titoli di coda e via. Si chiama infotainment, ed è il perverso connubio tra informazione e intrattenimento. Pare non se ne possa fare a meno. Forse sarebbe più salutare un semplice: no grazie. Ma quanto fa paura dirlo...

ORZOSLIP DAL VIVO AL CLUB MG
23 novembre 2005 - Stefano Saletti
Gli Orzoslip, interessante gruppo guidato dal grande Gabriel Zagni (sua la splendida voce e il testo di Chayalim), suonano giovedì 24 novembre alle 21,30 ai Mercati generali, Via Ostiense 137 Roma (Vicino a Via Libetta). Entrata con consumazione obbligatoria 10 euro. Gli Orzoslip sono: Antonio Carluccio (voce, chitarra acustica), Attilio Fontana (voce, chitarra elettrica), Franco Ventura (chitarra solista acustica e chitarra classica), Gabriel Zagni (voce, basso), Carlo Di Francesco (percussioni), Fabrizio Fratepietro (batteria). Non mancate, ci vediamo lì...
Cliccate qui per saperne di più sugli Orzoslip.

A ME ÇA IRA E' PIACIUTA
18 novembre 2005 - Stefano Saletti
Ho letto critiche troppo cattive su Ça Ira dopo la prima mondiale di ieri sera a Roma. Chissà perché quando un musicista rock si confronta con un altro linguaggio si becca sempre le legnate. Roger Waters non è il primo né l'ultimo. Ma confermo: a me la sua rilettura musicale della rivoluzione francese è piaciuta e dal vivo l'impatto è ancora migliore (malgrado un'esecuzione forse non impeccabile soprattutto nel primo atto). Le 2.800 persone che hanno affollato l'Auditorium tributandogli un lungo e forte applauso sembrano pensarla come me. Ma il pubblico, si sa, va educato...

ÇA IRA: WATERS CONVINCE
17 novembre 2005 - Stefano Saletti
Ho ascoltato il Cd di Ça Ira, l'opera lirica dell'ex Pink Floyd Roger Waters e, ribaltando il mio scetticismo iniziale, devo dire che è un gran bel lavoro: godibile, non banale, ricco di idee e spunti melodici accattivanti. Ieri, poi, con Eugenio e Fabiana abbiamo assistito alle prove all'Auditorium. L'impatto live è ancora più coinvolgente. Ci senti la grande tradizione italiana (Puccini, Donizetti), eppoi Bernstein, Berlioz, Ciajkovskij, oltre alle sospensioni, gli stop and go, i piani armonici tipici della sua maniera di comporre, dal pinkfloydiano The Wall ad Amused to Death. Stasera vedremo il risultato con costumi, video e pubblico.
Intanto Eugenio ha coronato il suo sogno: conoscere uno dei suoi miti musicali. Waters gli ha firmato il Cd e ha posato con lui. Quando ha saputo di avere un così piccolo fan, dandogli una carezza sulla testa ha commentato: "Good job, Eugene". Il piccolo Eugenio non credeva ai suoi occhi... Molti bambini vanno pazzi per il wrestling (sic), il mio per la musica (quella buona). Non abbiamo meriti (o colpe) particolari: ha fatto tutto da solo.
Ecco un po' di immagini delle prove e dell'incontro.

Waters ci guarda Firma l'autografo Posa con Eugenio Segue lo spartito accanto al direttore Rick Wentworth La Roma Sinfonietta orchestra

PROROGATA MOSTRA AL BRANCALEONE
E' stata prorogata fino al 9 dicembre la mostra personale fotografica Chiara Oscura di Roberto Saletti allestita al Centro sociale Brancaleone di Roma, via Levanna 11.
Per informazioni: 06 82000959 e www.brancaleone.it.

NO LA TECHNO NO
14 novembre 2005 - Stefano Saletti
Sabato 12 novembre ho cercato di vedere il concerto di Aphex Twin, ma alle 2 e 10 ancora non cominciava. Ero lì dalle 22,40: dopo tre ore e mezza di deliri techno, casse martellanti e immagini inutili - ma veloci veloci - sparate da DJ's e VJ's ho mollato. Avrò perso qualcosa?
Bello invece il concerto di Nils Petter Molvaer alla Casa del Jazz, giovedì sera. Uso intelligente dell'elettronica, due DJ, un gran batterista e la tromba trattata di Molvaer mi hanno dato emozioni. Gran suono. A un certo punto, tra le nebbie dei suoni rarefatti, è addirittura emersa la voce dei Pictures, gruppo semisconosciuto tedesco che avevo amato negli anni Ottanta. La classe non è acqua...

WOMEX 2005
3 novembre 2005 - Stefano Saletti
Che fatica, ma ne valeva la pena. A Newcastle, nel nord-est dell'Inghilterra, si è tenuta dal 26 al 30 ottobre la quattro giorni del Womex, l'expò mondiale dedicato alla musica etnica, folk, world.
Etichette, festival, musicisti, giornalisti: tutto il meglio della produzione mondiale della world music si è dato appuntamento nella splendida struttura del The Sage Gateshead. Era importante esserci ed esportare la musica della Piccola Banda Ikona. Ho visto degli ottimi show-case (su tutti Mostar Sevdah Reunion e The Chehade Brothers, interessantissima band palestino-libanese), qualche "bufala" (soprattutto la sera del sabato...), ho incontrato tanti amici, alcuni dei quali non vedevo da anni. Abbiamo preso contatti con festival di tutto il mondo, distribuito Stari Most, un nuovo Cd promozionale e presentato il video di Vasa Miskin. E alla fine, con Fabiana e Mario Rivera, tra un incontro e l'altro, abbiamo anche trovato il tempo per una splendida cena indiana. Insomma niente male: appuntamento a Siviglia il prossimo anno.

MOSTRA FOTOGRAFICA
19 ottobre 2005 - Stefano Saletti
Dal 25 ottobre al 19 novembre 2005 al Centro sociale Brancaleone di Roma, via Levanna 11, sarà esposta la mostra personale fotografica Chiara Oscura di Roberto Saletti. La sua quarta mostra personale è una raccolta di 22 opere in bianco e nero realizzate nel corso di un'intensa attività artistica. Roberto è anche l'autore della cover e del booklet di Stari Most e dei Cd dei Novalia.
L'inaugurazione ci sarà martedì 25 ottobre alle 19.30. Naturalmente siete tutti invitati. Non mancate, sono davvero belle immagini.
Per informazioni: 06 82000959 e www.brancaleone.it.

Mostra fotografica di Roberto Saletti

L'ITALIA S'E' DESTA
17 ottobre 2005 - Stefano Saletti
Finalmente il Paese dà segni di risveglio. In realtà non ne può più. Ieri ho fatto un'ora di fila per votare alle primarie. E come me oltre 4 milioni di italiani. Berlusconi e la sua banda di dipendenti continuano a fare battute di pessimo gusto, senza alcun rispetto degli avversari e dei cittadini che - sono la maggioranza - non la pensano come loro. Prodi ha vinto e con lui quell'Italia che è stanca di leggi e leggine che servono a pochi e danneggiano tutti. Adesso speriamo che i tanti leaderini che si affannano sotto le insegne dell'Unione capiscano il segnale che arriva dal Paese e non si ridividano tra formule astruse, trattini, desistenze e mastellate varie. Ma di questo, ahinoi, non v'è certezza.

DI NUOVO A SARAJEVO
10 ottobre 2005 - Stefano Saletti
Il 23 settembre sono tornato in Bosnia. Ho raccontato questo viaggio in un articolo pubblicato sul Cassetto, una bella rivista on line di approfondimento.
Per leggere il testo clicca qui.

Skenderjia, l'ex Casa dei giovani dove suonai con Novalia nell'88

Il poeta Juan Carlos Mestre durante gli Incontri Internazionali di poesia

LA NOTTE DELLA TARANTA
7 settembre 2005 - Stefano Saletti
A Melpignano anche quest'anno s'è consumato il rito della Notte della taranta. Appuntamento clou dell'estate etnica e popolare italiana, ha visto arrivare da tutta Italia oltre 80 mila persone. E c'ero anch'io il 27 agosto a gustarmi le cinque ore di musica, canti e balli al ritmo della pizzica diretti dal grande Ambrogio Sparagna, accompagnato da un'orchestra di settanta (sì avete letto bene) musicisti, tra i quali spiccavano lo splendido Erasmo Treglia (ghironda e ciaramella), Mimmo Epifani (mandola), Giuliana De Donno (arpa) e una serie di organettisti, zampognari, tamburellisti.
Bella la scelta del repertorio che è andato oltre il Salento, per abbracciare tutta Italia. "La mia intenzione è rifare un nuovo canzoniere italiano", mi ha spiegato Ambrogio. E, ascoltando quanto ha fatto, la strada è tracciata. Molto belle Amara terra mia di Modugno, Cecilia, Donna Lubarda, Lu rusciu de lu mare, Maggio, Sto korafaissu. E anche gli ospiti De Gregori e Pelù sono sembrati a loro agio nel confronto con canzoni e suoni poco frequentati.
"E' incredibile come si possa coinvolgere tanta gente con la musica popolare. Forse è possibile soltanto qua nel Salento", confessa Ambrogio mentre la sera prima dello spettacolo mi accompagna sul super palco che fra qualche ora ospiterà l'orchestra. Visto da qui il prato di Melpignano fa impressione e quel palco ("più grande di quello del 1 maggio", dice con orgoglio Sparagna), fa naturalmente venire voglia di suonare.
Apre Uccio Aloisi, che alla fine non vuole scendere dal palco, poi una Giovanna Marini che rende omaggio a Matteo Salvatore, il cantastorie pugliese morto proprio la sera prima del concerto. Poi arrivano anche il lumbard Van de Sfroos, l'attrice Sonia Bergamasco, il tamburello di Pino Zimba, Pino Ingrosso, Giovanni Avantaggiato, chiudono i reaggettari salentini Sud Sound System. Nel backstage sembra di stare nella cavea dell'auditorium, tra amici musicisti, giornalisti, promoter. Insomma a Melpignano c'è la festa della musica popolare. Non lo mancate il prossimo anno. Io mi sono divertito.

Ambrogio Sparagna e Francesco De Gregori durante La notte della taranta

STARI MOST A... MOSTAR
21 agosto 2005 - Stefano Saletti
Sono tornato a Mostar ed è stata un'emozione molto forte. Ho portato il Cd dedicato allo "Stari Most" al sindaco Ljubo Beslic. In un prossimo blog vi racconto il viaggio, che si è snodato tra Spalato e i suoi rigurgiti nazionalistici, Dubrovnik, Mostar e Sarajevo, dove ho incontrato un vecchio amico di Rieti, lo splendido Gianluca Paciucci che vive e lavora là da oltre tre anni. Intanto ecco un paio di foto... per non dimenticare.

Di fronte allo Stari Most

La scritta all'ingresso dello Stari Most

GRAZIE PER L'AFFETTO
3 agosto 2005 - Stefano Saletti
Una serie di amici (il termine fan non rende l'idea) scrive per fare i complimenti per lo spettacolo con Giancarlo Giannini "Il dolce canto degli dei". Grazie a nome di tutta la Piccola Banda Ikona. Vi faremo sapere se e quando ci saranno altre repliche.
Intanto clicca qui per vedere qualche foto rubata tra back stage e palco.

TUTTI FIGLI DI BARRETT E CO.
2 agosto 2005 - Stefano Saletti
Atmosfere psichedeliche, chitarre trattate, ritmi lenti terzinati. Sono tanti i punti in comune tra Porcupine Tree e Sigur Ros. Li ho visti a Roma a poche ore di distanza l'uno dall'altro. Più canonici i Porcupine, guidati da Steve Wilson, che strutturano i brani con continui stop and go, melodie beatlesiane e aperture quasi metal. Rarefatti ed efebici gli islandesi Sigur Ros che fanno il tutto esaurito nella cavea dell'Auditorium con un concerto raffinato ed etereo. Certo, al quinto brano inesorabilmente uguale ai precedenti sia come struttura armonica che come arrangiamento, la sorpresa si esaurisce. E qualche dubbio arriva.
A un certo punto mentre li ascoltavo, una domanda ha attraversato la mia mente: "Ma se Barrett, Gilmour e co. non avessero creato i Floyd, quanti disoccupati avremmo oggi?". A voi la risposta.

U2
24 luglio 2005 - Stefano Saletti
Gran bel concerto quello degli U2. Soprattutto perché sembra un "Best of..." e belle canzoni in 25 anni (sì 25 anni sono passati da Boy, il primo disco) ne hanno scritte Bono e Co.
Mentre passano una dietro l'altra I will follow, New Year's day, Bullet the blue sky, Bad, One, Sunday bloody sunday, Pride, With or without you penso che gli U2 siano l'ultima grande rock band di quel periodo fantastico che, a cavallo degli anni Sessanta e i Settanta, ha visto la nascita di Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, Hendrix, Soft Machine, Cream, Doors, Who, Led Zeppelin, King Crimson, Genesis, Clash, Talking Heads, Cure, Joy Division, Police e appunto U2 (per citarne una minima, davvero minima parte).
Una fase irripetibile della musica popolare, un concentrato di idee, creatività, sperimentazione, passione. Molti di questi vecchietti arzilli stanno ancora sulle scene - e l'ultimo Live 8 l'ha dimostrato con Floyd, Mc Cartney, Who e Sting a reggere il palco come se trent'anni non fossero passati - altri, come gli U2, saltano e suonano con la stessa grinta di sempre. Anzi, The Edge appare un chitarrista sempre più completo, capace di reggere da solo tutta la parte armonica del concerto e lanciandosi in soli intelligenti e misurati. Un vero talento, con un suono che "spacca". Lui e Gilmour a mio avviso restano quanto di più emozionante sia stato fatto con una chitarra rock ben trattata. Bono continua a fare il predicatore, ma dà l'impressione di crederci davvero. E il suo ecumenismo, in un periodo di stragi e di follia, aiuta a sentirsi migliori. "Non diventiamo dei mostri; per difenderci non diventiamo dei mostri", ripete a se stesso e ai settantamila dell'Olimpico. "La musica non cambia il mondo, ma aiuta a sopportarlo", diceva quel tale. E aveva ragione. Grazie U2 è stata una bella notte di rock e passione.

LIVE ROMANI
23 luglio 2005 - Stefano Saletti
Una settimana di concerti. Ho cominciato il 14 luglio con il funky jazz di Maceo Parker (che groove ragazzi, era impossibile stare fermi), sono passato per il suono anglo klezmer degli Oi Va Voi, l'eclettismo geniale di Hermete Pascoal (una delle cose più interessanti viste quest'anno) e il 21 luglio la settimana si è chiusa con la tribute band degli Ufo club (hanno rifatto The Wall dalla prima all'ultima nota, madri, mogli, dottori e giudici compresi. Banale come tutte le cover band ma ben eseguito).
L'unica vera delusione, gli Oi Va Voi. Li avevo visti l'anno scorso alla Palma e mi avevano impressionato. Grande ritmica, voci che si alternano tra inglese ed ebraico, intelligente uso di violino e clarinetto. A Villa Ada, invece, fanno emergere l'anima pop e sembrano uno dei tanti gruppi inglesi con una spruzzata di etnico (che non fa mai male). Peccato. Fuori tono soprattutto il chitarrista, invedente, sciatto nei suoni e poco preciso. Eppure il loro Cd d'esordio, Laughter through tears, è un piccolo gioiello. Aspettiamo la prossima prova, ma quanto sentito in anteprima non mi ha convinto.
Stasera vado a vedere gli U2. Parto davvero prevenuto (Bono e i suoi proclami ai potenti fatti dall'ultima limousine a disposizione non li sopporto più), vi farò sapere...

GRANDE VAURO
15 luglio 2005 - Stefano Saletti
Guardate questa vignetta sul Manifesto di oggi, è meglio di tanti editoriali... come sempre grande Vauro.

CON GIANNINI A TAORMINA
12 luglio 2005 - Stefano Saletti
Tornare nello splendido Teatro antico di Taormina è sempre emozionante. L'anno scorso c'ero stato per la Lisistrata con Pamela Villoresi per la regia di Maurizio Panici. Avevo composto le musiche e le suonavamo dal vivo con una formazione particolare di percussioni, violino e fisarmonica. Quest'anno lo spettacolo è "Il dolce canto degli dei" di Renato Giordano, le musiche sono mie e di Mario Rivera e accanto alla Piccola Banda Ikona al gran completo (mancava solo lo splendido Hagi, ma ci sarà a Civitavecchia) c'era l'ultimo dei grandi attori del dopoguerra italiano, Giancarlo Giannini. Che ci ha emozionato con la sua voce, la sua interpretazione, la sua classe e bravura. Così, mentre guardavo il teatro strapieno, in religioso silenzio, attento a ogni sfumatura della musica e delle parole, pensavo di essere un privilegiato a fare questo lavoro, che ci fa partecipi di eventi così intensi e così emozionanti. Allora dimentichi tutta la fatica del comporre, dell'arrangiare, del far incontrare la tua musica con il lavoro degli altri, degli attori, dei ballerini, dei tecnici. E non vedi l'ora che si replichi.

Il dolce canto degli dei

AL SABIR FESTIVAL NELLA MAGICA IBLA
28 giugno 2005 - Stefano Saletti
Ci siamo divertiti al Sabir Festival. Nella splendida Ibla, il quartiere storico di Ragusa, abbiamo fatto il primo concerto con la nuova formazione che include Barbara Eramo alla voce. Ed è stato un gran successo. Insomma, la Piccola Banda sta crescendo e si aggiungono via via nuove meravigliose artiste. La prossima è l'arpista Giuliana De Donno con la quale arrangeremo i brani per lo spettacolo con Giancarlo Giannini "Il dolce canto degli dei" per la regia di Renato Giordano. Il debutto l'8 luglio al Teatro Antico di Taormina.
Domani, 29 giugno, è il mio compleanno. Lo festeggeremo provando a casa e poi... grande festa in terrazza.

BANCO, RADIODERVISH, ROSWELL RUDD
19 giugno 2005 - Stefano Saletti
L'estate romana si riempie di concerti e da grande amante della musica mi divido tra Palma, Fiesta e Villa Ada.
A Fiesta ha suonato il 16 giugno il Banco, storico gruppo del progressive italiano. Barbe bianche sul palco e tra il pubblico, per un tuffo nel passato che riesce a superare la prova degli anni. Di Giacomo, Nocenzi (Vittorio) e Maltese sono l'anima di questa band che negli anni '70 si contendeva con la Pfm il ruolo di alfieri del nuovo rock italiano in patria e all'estero. Io, come molti, preferivo il Banco, allora Banco del mutuo soccorso e considero alcuni brani - 750.000 anni fa... l'amore?, Non mi rompete, Canto di primavera - degli struggenti esempi di contaminazione riuscita tra la tradizione melodica italiana, echi di classicismo e ritmiche rock. Così scorrono una dietro l'altra, R.I.P., Il ragno, L'evoluzione, La conquista della posizione eretta, Canto di primavera, E mi viene da pensare, fino all'immancabile bis di Non mi rompete.
Formidabili quegli anni.

La sera dopo sono andato a Villa Ada per i Radiodervish, uno dei gruppi più interessanti in circolazione. Li avevo visti l'anno scorso al Festival del Mediterraneo all'Auditorium di Roma. Anzi devo dire che, avendo fatto il consulente per quella manifestazione, avevo spinto perché vi suonassero. Presentarono il Cd In search of Simurgh, bellissimo. Di questo concerto a Villa Ada non mi ha convinto la scelta di puntare su una ritmica un po' invadente sia negli arrangiamenti sia nel missaggio. Troppa "spinta" non serve a un gruppo che si differenzia proprio per la grazia e la cura dei dettagli. Ma è rimasta uguale l'emozione per brani intensi e poetici.
Da ascoltare a occhi chiusi.

Il terzo concerto, sabato 18 giugno, l'ho visto al Fandango Jazz festival alla Palma. Di scena il trombonista americano Roswell Rudd. Ha presentato un progetto interessante intitolato Malicool, realizzato insieme con il grande musicista del Mali Toumani Diabate, virtuoso della kora. Davvero uno dei migliori esempi di contaminazione tra suoni e culture differenti, nel quale Rudd riesce a incastrare le sonorità del trombone, della kora, del balafon, del djembé in un mix accattivante e mai banale.
Globalizzazione d'autore.

Insomma grande musica in giro. Non statevene a casa, ma seguite l'onda: ce n'è per tutti i gusti.

PINK FLOYD DI NUOVO INSIEME
13 giugno 2005 - Stefano Saletti
Della serie: Non ci posso credere. Waters e Gilmour di nuovo insieme su un palco. La mente e il braccio dei Pink Floyd suoneranno il 2 luglio per il Live8 in una reunion fantastica. Chi, come il sottoscritto, è cresciuto ascoltando il re minore ostinato di Careful with that axe Eugene o l'infinita tristezza di Wish you were here, non sta nella pelle.

I Pink Floyd ai tempi di Ummagumma


Ho chiamato a Rieti Eugenio, mio figlio di sette anni, floydiano di lungo corso malgrado l'età. Li scelse un giorno, avrà avuto due anni, ascoltando casualmente alla radio Another Brick in The Wall, quella con i bambini che cantano (che per lui da allora divenne "Bimbicanta"). Non li ha più abbandonati malgrado i miei tentativi di fargli ascoltare anche altre cose. Ma ha ragione lui: i Floyd sono i Floyd, il massimo mai prodotto nella storia del rock. E chi se ne frega se sono vent'anni che non dicono più nulla d'interessante (anche se High Hopes da Division Bell è un gran pezzo), se l'ultimo disco bello è stato - appunto - The Wall, se Ummagumma è del '69 (avevo cinque anni), se oggi sono dei multimiliardari un po' annoiati con la passione degli aerei e delle auto da corsa, se in un giorno guadagnano come mille bravi musicisti guadagnano in un anno: io, lo ammetto, mi sono emozionato come l'ultimo dei fan. Vedere sul palco i quattro originali Pink Floyd sarà bellissimo.
A proposito volete sapere qual è stato il commento di Eugenio dopo un primo "wow, fantastico, andiamo a Londra"? Mi ha chiesto: "Ma c'è anche Syd Barrett?". No, Eugenio non c'è...
Per il sito dei Pink Floyd clicca qui, per il sito del fan club italiano clicca qui.

REFERENDUM: W IL PAPA RE
13 giugno 2005 - Stefano Saletti
Solo un italiano su quattro è andato a votare. Tenetevi Ruini e Ferrara. Ma almeno non rompeteci i coglioni per i prossimi giorni.

MUSICA D'AUTORE AL FANDANGO
5 giugno 2005 - Stefano Saletti
Ron Carter è un gran contrabbassista. Membro negli anni '60 del Miles Davis Quintet e collaboratore tra gli altri di Sonny Rollins, Don Ellis, Cannonball Adderley, Mal Waldron, Thelonious Monk, ha suonato sabato 4 giugno alla Palma per la seconda edizione del Fandango Jazz Festival. Era l'unica data italiana del suo tour mondiale ed è stato un gran bel concerto: raffinato, intenso, coinvolgente. Con Carter c'erano Stephen Scott al piano, Payton Crossley alla batteria e Stephen Kroon alle percussioni.
La Palma ha fatto una programmazione interessante per questa estate 2005. Lontana da un facile jazz di maniera, propone l'incontro di artisti e generi diversi.
Per vedere il programma clicca qui.

REFERENDUM: QUATTRO SI' DECISI
1 giugno 2005 - Stefano Saletti
Non si era mai vista una deriva clerical-oscurantista come quella che invade le tv e i media sui referendum sulla fecondazione assistita. Da Ruini al neopapa, da La Loggia a Ferrara si tuona contro i novelli Mengele che vorrebbero giocare con embrioni e uteri per i loro biechi interessi. "Noi difendiamo la vita" ripetono in coro, come se chi volesse cambiare una legge sbagliata e arretrata fosse un difensore della morte. Conosco coppie con problemi di infertilità che soffrono perché non possono avere figli, conosco la pena che c'è dietro a tentativi frustranti e dolorosi di generare nuova vita. Chi parla con leggerezza di queste cose - giusto per prendere un po' di voti nell'indistinto arcipelago cattolico - dovrebbe avere più rispetto per la vita. E per le regole della democrazia, visto che non potendo vincere in maniera trasparente gioca la carta dell'astensionismo e del disinteresse.
E allora il 12 e 13 giugno andiamo a votare quattro forti SI'. Anche perché il prossimo obiettivo è la revisione della legge sull'aborto. Con il rischio di fare un salto all'indietro di decenni nella costruzione di uno stato laico, non confessionale, moderno. Libero da quella cappa ipocrita e da quel profumo stantio di italietta anni Cinquanta che si spande dalle stanze dei palazzi al di qua e al di là del Tevere. Per approfondire clicca qui.

LE SUGGESTIONI WORLD DI NITIN SAWHNEY
29 maggio 2005 - Stefano Saletti
E' sempre interessante ascoltare dal vivo Nitin Sawhney, musicista e compositore anglo-indiano. L'avevo visto anni fa a Villa Ada a "Roma incontra il mondo". E' venuto il 27 maggio a presentare il suo nuovo lavoro "Philter" all'Auditorium Pio di via della Conciliazione. Una serata a inviti (un po' strana in realtà, con troppe cravatte e poche felpe), con un pubblico freddino che probabilmente lo conosceva poco. Ha suonato quasi esclusivamente i pezzi di Philter: come sempre alterna grandi cose a brani un po' di maniera (soprattutto quando imbraccia la chitarra classica - che suona stupendamente - e si lancia in improbabili commistioni tra flamenco e tabla che ricordano i Gipsy Kings). Bello il suono live, interessante l'uso delle voci (tre donne e un cantante) che alterna sapientemente nei brani, essenziale l'uso dell'elettronica e dei video mandati in diretta da un vj.
La formazione: Nitin Sawhney (keyboards/guitar), Jan Ozveren (guitar), Aref Durvesh (tabla), Leo Taylor (drums), Oroh Angiama (bass), Christina Gray (voce), Sharon Duncan (voce), Reena Bhardwaj (voce), Vikhyat Singh (voce) e Nicholas Hillel (visuals).
Per visitare il sito di Nitin Sawhney clicca qui.

LA PRIMA VOLTA DI BERNINI
18 maggio 2005 - Stefano Saletti
Regista e sceneggiatore cinematografico di gran talento (con lui feci la colonna sonora di "Sotto la luna" film per Rai Due), Franco Bernini ha scritto un libro bello e intenso che si chiama La prima volta (Einaudi, pp. 203, euro 12). E' il 1898 quando si gioca il primo campionato di football italiano, ma quella domenica che vede competere ancora solo quattro squadre, cela in realtà molto di più. L'Italia è scossa dai moti popolari, Bava Beccaris fa sparare sulla folla, il paese è sull'orlo di una guerra civile. Intanto su un campetto di calcio di Torino nasce un gioco destinato a diventare per la società italiana molto più che un semplice "dopolavoro". E, già allora, politica e sport si ritrovano stretti da un legame che sarà sempre fortissimo. Una storia densa, scritta con maestria. Un gran bel libro che vi consiglio.

ALLA PALMA TUTTO ESAURITO
9 maggio 2005 - Stefano Saletti
Non pensavamo di fare il tutto esaurito alla Palma di Roma, venerdì 6 maggio. In contemporanea c'erano due appuntamenti "etnici" di grande richiamo: l'Orchestra di Piazza Vittorio gratis a piazza Farnese, e i Sud Sound System al Villaggio Globale. E invece un gran mucchio di gente è venuta ad ascoltare il doppio appuntamento Stefano Saletti/Piccola Banda Ikona e Indaco. E mi ha fatto anche davvero piacere ospitare Raffaello sul bis del concerto, una versione particolare di Ebla.
Sul blog del solito grande Gabriel Zagni, le immagini, rubate qua e là, delle prove, del concerto e del dopo (pizza compresa). Per vederle clicca qui.

CIAO PINO BIANCO
30 aprile 2005 - Stefano Saletti
E' stato un maestro di giornalismo. E di vita. Mi mancherà la sua ironia, la sua infinita curiosità, la capacità di cercare la notizia nella vita di tutti i giorni, nei dettagli, nelle storie comuni. Mi insegnò un mestiere, avevo 21 anni e stavo facendo il militare a Rieti. Lo conobbi a una festa dell'Unità, era arrivato da poco a dirigere la pagina locale del Messaggero. Gli dissi che amavo scrivere e gli proposi degli articoli di musica; stava nascendo una rassegna di nuovi gruppi che si chiamava "Carne Cruda". Accettò. Poi curai una serie di inchieste sulla naja - chiaramente quando avevo finito il periodo di leva - che mi costarono il divieto di ingresso in ogni caserma d'Italia, denunce, telefonate anonime. All'ingresso della "Verdirosi" c'era la mia foto accanto a quella dei terroristi. Non era solo un capo, di quelli illuminati e saggi, era un amico, un secondo padre. Mi difese con una serie di editoriali e mi spronò ad andare avanti. Nel '93 mi chiamò a Paese Sera e lì diventai giornalista professionista. Senza Pino Bianco la mia vita sarebbe stata diversa. Quando finì l'avventura del quotidiano continuammo a vederci, con la sua splendida compagna Ines Libondi, con il suo bambino - adesso un gran bel ragazzo - Leonardo, con il suo primo figlio Max. L'ultima volta è stato al concerto dei Novalia all'auditorium per il "Breviario del Mediterraneo". Ciao Pino, è davvero un giorno triste.

PAROLE E MEMORIE
25 aprile 2005 - Stefano Saletti
Emilio Sacco è un grande amante della musica dei Novalia. L'anno scorso, in occasione di un concerto a Rieti - che poi non si fece per la pioggia - arrivò da Foggia con la sua famiglia. Ci segue da anni e ha realizzato anche un video molto bello sulle musiche di Ebla. Adesso segue con passione anche la nuova avventura della Piccola Banda Ikona. Scrive su un interessante sito di musica City Music e ha pubblicato una lunga intervista che mi ha fatto un mese fa. Per leggerla cliccate qui, ci sono raccontati molti episodi legati a Novalia e alla nascita della Piccola Banda. Grazie Emilio.

IMMAGINI DEL CONCERTO AL TORDINONA
25 aprile 2005 - Stefano Saletti
Sul blog dello splendido Gabriel Zagni, le immagini, molto belle, del concerto del 9 aprile della Piccola Banda al Tordinona. Per vederle clicca qui.

MUSICA E LIBRI
13 aprile 2005 - Stefano Saletti
Enrico, un amico che segue da sempre la nostra musica, scrive una bellissima mail dopo il concerto del 9 al Tordinona. Tra le cose che segnala, due libri che il nostro viaggio nel Mediterraneo gli ha evocato: "I 40 giorni della Mussa Dagh", sulla questione armena (uno dei più grandi drammi del secolo scorso, ignorato e negato per ragioni politiche) e “Dalla montagna sacra” di W.Dalrymple, un libro sui padri della chiesa d’oriente. Non li conoscevo, li cercherò. Buona lettura. Inoltre ha mandato alcune immagini del concerto. Eccole qui sotto.

Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona al Tordinona Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona al Tordinona Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona al Tordinona

GRAN TEATRO ALL'ARGOT
13 aprile 2005 - Stefano Saletti
Andate al teatro Argot c'è uno spettacolo da non perdere. Si tratta della "Maria Zanella" di Sergio Pierattini, per la regia di Maurizio Panici, interpretato da una straordinaria (mai aggettivo fu più appropriato) Maria Paiato. Nel Polesine, una storia di sofferenza, di miseria, di disperazione resa in maniera magistrale dalla Paiato, una delle più grandi attrici che abbia mai visto sulla scena. Essenziale ed efficace la regia di Panici, molto bello anche il testo. Ne vale davvero la pena.
Teatro Argot, via Natale del Grande 27, tel. 06/5898111.

PINOCCHIO NERO
13 aprile 2005 - Stefano Saletti
L'attore e regista Marco Baliani ha vissuto un periodo a Nairobi in Kenia, incontrando i chokora, i ragazzi di strada che vivono nell'inferno sociale, economico e umano delle baraccopoli. Con loro, tre anni fa, ha avviato un percorso comune, li ha avvicinati al teatro, ha insegnato la disciplina del palcoscenico e la sua libertà. E' nato uno spettacolo bello e intenso, che si chiama Pinocchio nero che ho visto rappresentato a Nairobi. E' interpretato da questi ragazzi con passione e talento. Adesso arriva anche in Italia: il 14 e 15 aprile è a Bologna, dal 19 al 30 aprile è al Gran Teatro a Roma. Non lo mancate

NELLA MORSA DEL GELO
11 aprile 2005 - Stefano Saletti
Torna il freddo. Ma è possibile che tutti i telegiornali quando scendono un po' le temperature devono titolare "L'Italia nella morsa del gelo"? Eppure le varianti non mancherebbero: "Freddo sull'Italia", "Italia sottozero", "Gelo dal Piemonte alla Sicilia", "Freddo e gelo sulla Penisola". Tutti stereotipati d'accordo, ma almeno diversi. E anche il ridicolo "Brrrr che freddo" che s'inventò un direttore a Paese Sera è comunque meglio dell' "L'Italia nella morsa del gelo". Che continuerà ad accompagnarci ogni volta che farà freddo.

FOR AFRICA?
31 marzo 2005 - Stefano Saletti
In Africa c'è una realtà terribile che offende ogni coscienza civile. O almeno dovrebbe. A questo pensavo mentre ascoltavo l'ennesimo servizio su Terri Schiavo, la donna americana morta dopo un coma durato quindici anni. Anche un tema importante come l'eutanasia, l'accanimento terapeutico, la scelta individuale viene ridotto a melassa televisiva, a marmellata mediatica per improbabili talk-show. Mentre il mondo si appassiona alla sua storia, centinaia di migliaia di bambini del Terzo mondo continuano a vivere con meno di un dollaro al giorno. E troppi non ce la fanno. "Ma che palle... non c'è notizia", direbbe il caporedattore o il direttore di turno, "non c'è qualche cosa di più allegro, chessò un bel matrimonio reale?"
Detto tra noi, fu questo l'approccio che un direttore, dei più famosi, ebbe con la sua redazione durante la prima riunione nel più grande quotidiano nazionale. Così ci siamo beccati gli amori di Lady Diana per dieci anni, fino alla tragica notte parigina.

Un'immagine di Hotel Rwanda

Nell'indifferenza generale succede che in Congo siano morte quattro milioni di persone in una guerra devastante; che dieci anni fa l'Occidente scappò dal Ruanda che stava per esplodere (per colpe che ricadono tuttora in larga parte su Belgio e Francia come viene lucidamente raccontato nel bellissimo film "Hotel Rwanda"); che a Nairobi in Kenia continuino a vivere - e soprattutto a morire - centinaia di migliaia di persone nelle baraccopoli o nelle discariche, in mezzo a rifiuti, lamiere, disperazione, Aids. Molti di loro sono bambini: campano sniffando colle e porcherie simili, mangiando scarti tra i rifiuti.

Korogocho

Il comboniano padre Alex Zanotelli ha scritto un libro intitolato Korogocho (Feltrinelli, 214 pp, 7 euro), nel quale racconta dieci anni trascorsi in una delle infinite baraccopoli di Nairobi, un luogo dove vivono 100 mila persone, delle quali la metà sono sieropositive.

Alex Zanotelli

"Korogocho - scrive Zanotelli è una collina a schiena d’asino, ne vedete sempre solo una parte ed ognuna è una immensa distesa di tetti di lamiere, un immenso mare. Notate che sono tutte baracche, baracche, baracche in una densità incredibile: voi, in questa che è tra le massime concentrazioni di popolazione al mondo, vedete veramente la sardinizzazione dei poveri".
Per approfondire questa esperienza, cliccate qua. E' un po' lungo, ma ne vale la pena.

In Africa opera da anni l'Amref, la principale organizzazione sanitaria privata, senza fini di lucro, che gestisce ogni anno centinaia di progetti, promuovendo lo sviluppo di 14 Paesi dell'Africa orientale: dal Kenya all'Uganda, dal Sudan al Sudafrica.

In quasi 50 anni di attività, Amref ha soccorso, vaccinato, curato, operato e soprattutto istruito milioni di persone. Il braccio operativo più noto è ancora oggi il servizio dei Flying Doctors, che porta regolare assistenza specialistica e chirurgica agli ospedali delle zone isolate.

Fatevi un giro sul loro sito e scoprite quanto si sta facendo concretamente e quanto si può ancora fare con il sostegno di tutti. Lontano dalla retorica e dai riflettori dei media.

ALCUNI MIEI ARTICOLI

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